Le oche di Edoardo, scorrazzano libere «e niente sofferenza»

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Le oche si possono allevare semilibere, proteggendole solo dalle volpi. Si possono alimentare a erba senza provocare nessun ingrassamento forzato.

Parola di Edoardo Bresciano che dalla sua azienda agricola Peschiera di Savigliano (Cn) verrà domani alla seconda serata di Pensare il Cibo a proporre i suoi prodotti a base di oche allevate secondo il massimo rispetto del benessere animale.

Bresciano ha anche un blog dove si è dato lo pseudonimo di “Corsaro del Gusto” e da dove lancia i suoi strali contro i maltrattamenti animali e le logiche della produzione alimentare industriali.

«Conosco molto bene gli allevamenti, sono solo delle fabbriche di carne imbottita di medicine. Faccio l’esempio dei polli: ormai in 40 giorni gli allevatori terminano il ciclo di animali che sono gracilissimi, stipati in spazi strettissimi, selezionati solo per crescere in fretta. Nemmeno si reggono in piedi perché hanno ossa fragilissime, però hanno la carne molle che va bene per il pollo arrosto. Per tenere in vita animali così fuori dalla loro natura è necessaria una continua somministrazione di farmaci. Si ammalano molto facilmente, e le epidemie si propagano in un attivo: se non fossero imbottiti di antibiotici non arriverebbero a fine ciclo. E, naturalmente, noi consumatori ci mangiamo quella carne impregnata di medicine».

E, a proposito del foie gras francese Bresciano è perentorio:

«In Francia, ci sono strane deroghe alle regola europee per il benessere animale: le oche vengono attaccate a pistole pneumatiche che sparano nel gozzo miscele supernutrienti, per più volte al giorno. L’alimentazione è talmente spinta che, dopo un po’, il fegato non riesce più a metabolizzare gli zuccheri e inizia ad imbiancare e a ricoprirsi di grasso ammalandosi si steatosi. Arriva a pesare anche un Kg. In pratica i francesi mangiano un fegato malato che costa anche 200 euro al Kg. Il mio patè è a base di carne, cioè di scarti muscolari di parti che non abbiamo utilizzato in altre preparazioni, poi aggiungiamo i fegatini, che hanno avuto la loro crescita fisiologica. Il nostro patè non sa di fegato ma si spalma benissimo sui crostini e non ha nulla da invidiare al foie gras francese e rispetta gli animali. E’ vero che sto parlando comunque di animali che vengono poi macellati: ma anche se io non sono vegano ci tengo al benessere dei miei animali».

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