La musica inglese dei primi anni del Seicento sviluppa una grande sensibilità nella rappresentazione dei sentimenti. E’ l’epoca appunto della rappresentazione e della riflessione su di essa: l’epoca in cui il teatro come luogo della rappresentazione riflette su se stesso e sulla verità della propria apparenza. Essere o non essere? Realtà o rappresentazione? Le stelle che si vedono in cielo, che da millenni costituivano il paradigma della stabilità dell’universo, si sono rivelate essere delle presenze incerte. Già si suppone che la luce abbia una velocità finita, per cui esse potrebbero essere spente da migliaia di anni. La loro luce potrebbe essere una grandiosa messa in scena, il teatro di una nuova incertezza abissale. È tutto apparenza? Oppure nell’apparenza, nel teatro, si dà qualcosa di vero? E’ un dramma melanconico, uno spazio oscuro in cui si è abbandonati dalla certezza della presenza delle cose. E’ la malinconia trasmessa dalle Lachrimae di John Dowland, a cui si affiancano le Consort Songs (composizioni per voce e complesso di viole da gamba) dei compositori William Byrd e Alfonso Ferrabosco II.
Il Jacobean Consort Music è formato da alcuni allievi dell’Istituto di Musica Antica della Scuola Civica Claudio Abbado di Milano ed è nato in seno alla classe di viola da gamba del M° Rodney Prada.
Programma:
Alfonso Ferrabosco II (1575-1628)aaaaaaaaaaaaaaaFour notes Pavan ‘Hear Me, Oh God!’
William Byrd (1539 – 1632)aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa‘Content is Rich’
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaiaa‘Oh That Most Rare Breast’
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaiaa‘Come Pretty Babe’
William Shakespeare (1564 – 1616)aaiaaaiaiaaaaaaaSonetti
Giulia Elda Grata, canto
Nelson Contreras Escudero, Serena Leonardi, Mauro Colantonio, Norma Maria Torti, viole da gamba
Giampaolo Grazioli, voce recitante