A Pensare il Cibo la grande tradizione della “musica da tavola”

tafelmusik

La formula di Pensare il Cibo prevede che al dibattito filosofico segua un’esecuzione musicale di grande qualità in stretta relazione con il tema del cibo.

È stata una scelta quasi naturale. I rapporti tra musica e cibo risalgono già al tempo dei Greci e si protraggono fino all’Ottocento, quando il momento del convivio era arricchito dall’ascolto della musica.

Si tratta della musica da tavola, musique de table o Tafelmusik.

E’ un esempio di fruizione musicale che si discosta enormemente dalla concezione odierna.

Noi assistiamo a un concerto di musica, in silenzio, e possibilmente con la massima attenzione. I musicisti stanno su un palco o in una zona ben definita della sala e il pubblico, che sta di fronte, una volta terminata l’esibizione, applaude con maggiore o minore intensità in base al gradimento. Questa prassi risale al tardo Ottocento, mentre le cronache, le iconografie e i documenti del Cinque e Seicento ci dicono che la musica aveva per lo più una funzione di intrattenimento. Essa era diffusa nei palazzi della nobiltà per intrattenere e impressionare gli ospiti del padrone di casa, e i musicisti alternavano movimenti di brani tratti da diverse suite, sinfonie o concerti.

Un esempio memorabile ce lo fornisce Mozart, nell’opera di Don Giovanni, quando il protagonista banchetta nel suo sontuoso palazzo con l’accompagnamento di un gruppo di musicisti che esegue diverse arie d’opera.

Molta musica veniva anche composta per l’occasione e addirittura recava il titolo di Musique de table. E’ il caso del Banchetto musicale di Johann Hermann Schein (1617) o della Tafelmusik di Georg Philipp Telemann (1733). Anche Jean-Baptiste Lully presso la corte del Re Sole ideò un allestimento scenico con la collaborazione di Molière per una grande festa in onore di Louise de La Vallière, la favorita di Luigi XIV. Il legame tra la musica e il cibo non si esaurisce però solo con la musica da tavola. Come afferma Massimo Montanari il rapporto è più sostanziale e consiste nelle caratteristiche intrinseche delle due arti. Sia la musica e sia il cibo sono arti effimere, destinate a dissolversi nel momento della performance. La musica svanisce mentre la si ascolta, il cibo scompare mentre lo si mangia. Entrambe sono come il linguaggio, che inghiottisce e può fare a meno della presenza fisica delle cose.

 

PROGRAMMA MUSICA E CIBO

 

Gli incontri di Pensare il cibo prevedono tre serate musicali, due di queste sono proprio strettamente  dedicate al rapporto musica e cibo. 

In particolare:

Venerdì 7 novembre

l’Ensemble dell’Istituto di Musica Antica della Scuola Civica Claudio Abbado di Milano eseguirà musiche tratte dal genere della Tafelmusik. Il Banchetto musicale di Johann Hermann Schein e la Sinfonia V di Johann Rosenmüller. In programma anche alcuni brani di Antoine Dornel e Georg Telemann.

Sabato 8 novembre

La Girometta, ensemble di musica e danza antica, chiude il ciclo delle tre serate di Pensare il cibo con balli popolareschi e frottole del Rinascimento italiano. La Mazzacrocca o il Restiboli gioioso erano danze di ambientazione contadina eseguiti in milieu di cultura alta e raffinata, che giocano con il rovesciamento tra il Signore e il Servo, l’alto e il basso, il cibo, la musica e la danza.

Opinioni