Mori e la Liberazione animale: «Tutti gli esseri senzienti hanno diritto all’uguaglianza»

Mori

di Salvatore Calamera

Gli animali hanno il diritto di non essere mangiati dagli umani?

Gli allevamenti e i macelli appartengono alla sfera del dibattito etico?

Ne abbiamo parlato con Maurizio Mori, docente di bioetica presso il Dipartimento di filosofia dell’Università di Torino e presidente dell’associazione “Consulta di bioetica Onlus”.

Mori aderisce al movimento culturale che ruota intorno al concetto di Liberazione Animale che si batte per prevenire dolori e infelicità a qualsiasi essere senziente, anche se non appartiene alla specie umana. La sfida, per il movimento di liberazione animale, è riconoscere un principio morale quasi dimenticato: l’uguaglianza. Elemento contenuto in “Liberazione animaledi Peter Singer nel 1975, e concetto alla base della riflessione di Maurizio Mori che ritiene indispensabile prima di tutto allargare l’orizzonte morale a tutti i senzienti.

«Vede – osserva Mori – a me pare che il vero punto di distinzione sul piano morale sia il discorso legato all’uguaglianza di tutti i senzienti. Bisogna comprendere che alcune specie possono provare dolore ed è proprio la capacità di provare dolore che crea degli interessi da difendere. È inutile formulare un’etica dei diritti senza prima passare per un opportuno allargamento dell’orizzonte morale a tutti i senzienti. La nozione di diritto è a capo degli individui e non alla specie. Dire o parlare di diritti della famiglia o dei partiti non ha senso, così come non ha senso parlare di diritti delle specie. Invece, se partiamo da un allargamento dell’orizzonte morale a tutti i senzienti possiamo considerare l’intera categoria animale».

Eppure la Liberazione Animale, oggi non sembra essere pienamente accettata. Sono molti i critici di questa prospettiva. C’è addirittura chi ribalta la domanda sulle intenzioni degli animali in un provocatorio “potrebbero desiderare di morire”…

«La questione della intenzioni direi che è irrilevante. È un ragionamento sbagliato alla radice. Un castoro soffre se gli si distrugge la sua diga per la quale ha lavorato per mesi così come soffrirebbe un uomo che ha perso la casa in un terremoto».

Chi parla di differenze strutturali, come le “capacità superiori” di un essere umano nei confronti di un animale sbaglia strada?

«È un aspetto quasi banale affermare l’esistenza delle differenze. È indubbio che la nostra specie abbia capacità diverse rispetto agli altri animali. Ma, se abbiamo queste cosiddette “capacità superiori”, dobbiamo renderci conto dell’importanza, dal punto di vista morale, dell’uguaglianza di tutti i senzienti. Io non pretendo che cani o gatti vadano a votare, così come non pretendo che le persone stonate vadano a cantare alla Scala: è un modo sbagliato di concepire la questione. Pretendo che tutti i senzienti siano tutelati nella minor sofferenza possibile, quindi, tutti i comportamenti che aumentano le sofferenze degli animali dal mio punto di vista sono immorali».

C’è chi fa notare come le battaglie animaliste siano feticizzate. Tra un calendario con gattini e cagnolini si intravede l’attuale crisi di valori della società contemporanea che si aggrappa ad una battaglia fortemente empatica e semplice…

«L’uomo contemporaneo è condannato al nichilismo? Posta così, la questione mi pare una sorta di narrativa stereotipata. Penso che siamo in un momento di grande rinascita e riorganizzazione della giustizia sociale, anche se riconosco che in questo momento sembra che i criteri di ingiustizia prevalgono. La liberazione animale è il rilancio di un ideale “illuministico” in cui si intravede la prospettiva di una nuova civiltà».

Molti si preoccupano, nella pratica, di aderire a una scelta vegetariana o addirittura vegana. Ma in questo modo non sacrificano il gusto? E lei ha fatto una scelta alimentare che escluda il consumo di carne e derivati animali?

«Guardi che, a tavola, non sono uno da rinunce: sono una buona forchetta; amo la dieta mediterranea ma interpretata in senso vegano, anche se questo i dietologi me lo sconsigliano perché i carboidrati fanno ingrassare. Poi, in aggiunta a cereali, verdura e legumi non disdegno un buon bicchiere di vino, anche perché il grappolo d’uva non è senziente».

 

 

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