La riscoperta di un’alimentazione militante

alba

Il cibo è stato snaturato fino a diventare un mero prodotto di consumo, privo ormai di significati profondi.
È diventato indigesto, in tutte le sue fasi, a cominciare dalla sua coltivazione fino all’atto di mangiare.

È importante ora riscoprire la centralità del cibo, nelle nostre vite e nelle nostre attività, mettere a frutto i saperi dei nostri contadini e ristabilire una linea di pensiero in sintonia con la natura.
Da troppo tempo stiamo assistendo all’umiliazione della nostra Terra.
La crisi energetica, climatica, alimentare e finanziaria ci dice che il nostro modello di pensiero è fallito.
Dobbiamo trovare strade innovative, a cominciare dal cibo.
Abbiamo assistito al processo di abbandono delle nostre campagne, alla cementificazione del suolo, all’abuso e al maltrattamento della nostra terra.
È in questa terra, – la terra madre -, che sono stati tracciati i solchi, con l’azione e la fatica dell’uomo. Il sapere millenario della continuità degli usi, dei buoni comportamenti e della convivialità si è tramandato di generazione in generazione.

Questo patrimonio deve essere recuperato partendo dalla consapevolezza che la terra madre non appartiene a nessuno.
È un bene comune e non possiamo considerarci suoi padroni assoluti. Bisogna tornare a rispettarla e ad amarla.

Opinioni