Il cibo come leva politica

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La preparazione del cibo e l’attraversamento del territorio sono pratiche quotidiane elementari che portano in sé un potenziale politico e sociale enorme.
La riflessione sul cibo e la cura dello spazio costituiscono il fondamento di ogni azione politica.
Perché è connessa con la gestione del Pianeta.

È proprio l’emergenza ecologica sembra costituire un terreno comune per l’umanità.

Da quando il pianeta è minacciato nei suoi equilibri, si è aperta paradossalmente una possibilità positiva: ritrovare un elemento che accomuna tutti gli uomini.
Se la globalizzazione appare guidata da ideali di appropriazione senza regole, la cura degli elementi – dell’aria, dell’acqua, della terra e dell’energia – offre la regola politica della globalizzazione. Si tratta di quella regola che è in grado di governare gli interessi economici, cioè la regola per un mondo più umano e condiviso.
L’aria, l’acqua, la terra e l’energia sono beni comuni che decidono la qualità di vita dei cittadini del mondo.
La qualità di ciascun ordinamento politico si manifesta innanzitutto nella qualità dell’aria che i suoi cittadini respirano, nella purezza dell’acqua che bevono, nei terreni incontaminati e nell’energia il più possibile pulita.
Quando difendiamo l’ambiente non difendiamo quindi solo la materia del mondo, ma tuteliamo la politica nel suo significato più alto.
L’ambiente è il luogo della relazione con gli altri: è la piazza della nostra polis globale. Del resto, una efficace azione politica di trasformazione del mondo deve concentrarsi sulle elementari pratiche quotidiane delle nostre relazioni sociali.

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